Ella Donati

domenica 20 marzo 2016

UN NUOVO INIZIO

 CARI AMICI, QUESTO E'L'ULTIMO POST SU SMELL IN LOVE.
VI INVITO A CONTINUARE A SEGUIRMI SU:

LA VITA PRESA PER IL NASO 

https://lavitapresaperilnaso.wordpress.com/

E IL NUOVO BLOG NON POTEVA NASCERE CHE OGGI, 20 MARZO, EQUINOZIO DI PRIMAVERA.

Memorie segrete dei fiori di mandorlo












 IN QUEL PRECISO ISTANTE IL MANDORLO FIORI’





lunedì 22 febbraio 2016




  Suggestive parole profumate
Lo spunto per parlare dell'importanza delle parole nella descrizione di un profumo, me lo suggerisce una delle mie frequenti visite sul sito americano di Fragrantica, vera e propria enciclopedia sul mondo dei profumi.


Poco più di un anno fa, annusavo e indossavo, alternativamente, le prime sette fragranze di Onyrico per dar loro voce attraverso suggestive descrizioni.
Fu un'esperienza molto bella e, ognuna di loro, mi suggerì delle immagini che tradussi in brevi racconti.
Ritornando a Fragrantica, qualche giorno fa, mi soffermai su Empireo. Come per  le altre fragranze dell’intera collezione, c’è  tutta la descrizione completa, cosa insolita per il sito.

Di questo ero già rimasta piacevolmente stupita subito dopo Exsense, la manifestazione sulla profumeria artistica che si svolge a Milano a fine marzo e che è giunta quest’anno all’8^ Edizione. L'ultima volta, per Empireo, lessi alla fine questo commento:




Empireo Fragrance Reviews

I want this just based on the description! 26 gennaio 2016


…il potere delle parole!!!…la descrizione del profumo ha suscitato il desiderio di averlo ed annusarlo!!! Le parole suscitano immagini di desiderio.
Di certo, entrare nella nuvola profumata di Empireo, integrandone i vapori ed ascoltando la musicalità delle sue parole, ci può far vivere un’esperienza sensoriale che va al di là del piacere del profumo.
Parlando con un amico di questo "potere", mi ha sollecitato a pubblicare la descrizione del profumo, prima in inglese da Fragrantica, e poi in italiano, oltre alla presentazione generale della collezione.





“Love that discourses to me in my mind he began then, so sweetly that the sweetness sounds within me still” 
Empireo is a fragrance with bright, fresh hints, clean like the air that Dante perhaps imagines that he breathes while writing his Divine Comedy. Along with Beatrice, his inspirational muse, he contemplates the Empyrean, a resplendent and eternally immobile heaven, above the nine heavens in perpetual movement. Beatrice, with her red dress, white veil and green cloak, represents the seeds of the virtues of faith, hope and love, the seeds that germinate in the fertile ground of the soul. A fragrance with a romantic, pure and transparent soul, with an extraordinarily seductive charm.
A hymn to the beauty of the heart; a sonnet of notes that begin: Lavender, to purify the heart and wash away the Incense nostalgia, so that a score, orchestrated by others, does not confuse our spirit, and still a touch of Myrrh, so that intelligence exalts knowledge.
In the core of knowledge scrolls of heliotrope are opened to render the bouquet ever more intangible and suffused with enchanting faith. There the White Rose emerges, whose heart trembles with love for the stars descended from heaven, transformed into flowers intoxicated by the splendour of the moon: the Jasmine Sambac.
The epilogue, that it has never been more appropriate to also call it a Prologue in a return, to the Origin, is enveloped in a vortex of aromas: Vanilla, Amber, Moss, Benzoin, Sandalwood and Cedar. A scent of Heaven and Earth.

 A perfume of the beginning and the end which is no end. Empireo was launched in 2015. The nose behind this fragrance is Luca Maffei.


“Amor che nella mente mi ragiona comincio egli a dir si dolcemente che la dolcezza ancor dentro mi suona”
Empireo è una fragranza dai sentori luminosi, fresca e pulita come l’aria di quel Paradiso che Dante forse, immagina di respirare mentre scrive la sua Divina Commedia. Insieme a Beatrice, sua musa ispiratrice, contempla l’Empireo, splendente Cielo eternamente immobile, sopra i 9 Cieli in perpetuo movimento. Beatrice, con il vestito rosso, il velo bianco e il mantello verde, rappresenta i semi delle virtù della carità, della fede e della speranza, semi da far germogliare nel terreno fertile dell’anima.
Un profumo con un’anima romantica, pura e trasparente, con un fascino straordinariamente seducente.
Un inno alla Bellezza del cuore; un sonetto di note che così inizia:
Lavanda, per purificare il cuore e lavare via le nostalgie Incenso, perché uno spartito, orchestrato da altri, non confonda il nostro spirito, ed ancor un tocco di Mirra perché l’intelligenza sublimi la conoscenza.
Nel nucleo della conoscenza si aprono volute di eliotropio per rendere più impalpabile e soffuso di affascinante fiducia il bouquet. Lì fa capolino la Rosa Bianca, il cui cuore freme d’amore per le stelle scese dal Cielo, trasformatasi in fiori inebriati dallo splendore lunare: il Gelsomino Sambac.
L’epilogo, che mai fu più appropriato chiamarlo anche Prologo in un ritorno all’Origine, è avvolto in un vortice di note: Vaniglia, Ambra, Muschi, Benzoino, Legni di sandalo e Cedro.
Un profumo di Cielo e di Terra. Un profumo d’inizio e di fine, che fine non è.


E se la vita fosse solo un sogno?
Qualcuno ha detto che siamo fatti della stessa materia dei sogni, impalpabili ed invisibili all’occhio desto ci appaiono, ma spesso l’emozione che suscitano, e l’impronta che lasciano nel nostro inconscio, è di incredibile potenza.
Simbolo dell’inconscio è l’acqua, sorgente di vita. In essa son celate antiche memorie, misteriosi archetipi in attesa di essere compresi e superati.
E che altro sono i profumi se non acque?
Acque speciali, dove la potenza della memoria evocativa delle essenze in esse contenute possono esplodere su di noi inondandoci di desideri di felicità.
DE SIDERIBUS (delle stelle): Desideri
Onyrico ha messo le stelle più belle e luminose nei suoi profumi, ispirati dal desiderio di rendere visibile la bellezza attraverso il più invisibile dei sensi….l’Olfatto.

Inizia un viaggio
 dove parole, suoni, colori ed odori, si uniscono in un arcobaleno di suggestioni, ponte fra cielo e terra: come le corde di un’arpa multicolore, vibrano all’unisono in uno spazio senza tempo sul filo teso del profumo per giungere infine al cuore, dimora delle nostre più recondite emozioni.
Un percorso alla ricerca del senso perduto, ed in questa ci siamo imbattuti in poeti eccelsi, menti poliedriche nella loro genialità, pittori e scultori, musicisti e mistici. Personaggi che hanno dato vita ad opere di grande ingegno e bellezza, come Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Dante; grandi musicisti, come Puccini, che con la loro musica continuano ad emozionare intere generazioni; personaggi come Francesco D’Assisi, che ha compiuto forse la più grande delle opere: rivelare al mondo la Bellezza del Creatore.
E’ proprio perchè crediamo nella genialità e nell’indiscusso talento italiano, in una sorta di nuovo auspicabile Rinascimento, che abbiamo voluto quali interpreti delle nostre fragranze, dei grandi profumieri italiani, Luca Maffei e Maurizio Cerizza. Solo chi conosce e riconosce la qualità delle materie prime, può richiamare la potenza evocativa dei codici olfattivi in esse contenute, traducendo le fragranze in emozioni da indossare e vivere. Dove racchiudere le nostre emozioni profumate? Come sigillare la luce delle vibrazioni olfattive dei nostri magici profumi? Un flacone che comunichi l’amore ed il rispetto per la natura che esprima un messaggio di eternità per la nostra Terra? Da un sogno giungono visioni di antichi archi in pietra. Appoggiati lievi su nuvole bianche, si stagliano nel cielo azzurro. La Pietra al centro che sorregge l’intero arco è la “Chiave di volta”. La Pietra è della Terra ed in essa è scolpita la storia. La Pietra è l’Eternità e l’Immortalità nello Spazio Infinito.
La chiusura dei flaconi che sigilla la fragranza, è in marmo, elemento imprescindibile dell’arte ed architettura italiana fin dai tempi più remoti, si rivela la scelta naturale.
Le venature del marmo richiamano il profumo con le sue volute ed effluvi.
Tutti tappi sono realizzati in diversi tipi di marmo sono prodotti in Italia e rifiniti a mano da esperti artigiani: ciascuno ha un caratteristico colore ed è ispirato alla fragranza relativa.
E’ la pietra nobile che la volontà e la caparbietà dell’essere umano, fin dai tempi più remoti, ha plasmato nelle forme artistiche più svariate, impregnandola di significato.
“Perché un tappo in pietra dunque? Perché rappresenta l’infinitesima parte di un sasso più grande chiamato Terra, che viaggia verso l’Infinito. Da qui è arrivata la vita, e con essa i suoi profumi.”
Il sogno ha inizio...


….e incredibilmente, un anno dopo, la Pietra ritorna. Il mio viaggio di ricerca personale, attraverso la vita e i profumi che mi circondano, mi portano a scoprire un universo parallelo dove anche la Pietra, sotto forma di Litio, in greco antico “pietra”, viene trasformata in una NuBe olfattiva per andare in profondità e contrastare la mancanza di equilibrio attraverso intense note di cuoio ed evanescenti note di iris e zafferano. E tutto questo in un momento in cui, ancor più del solito, Einstein è sulla bocca di tutti.  
E rimango stupefatta, sempre e nonostante le ormai consuete vicende di perfetta sincronicità, del curioso fatto che mi trovo ad esaminare. Mentre mi accingo a celebrare, nell’atmosfera olfattiva infinita creata dalla mia immaginazione,  il prossimo 14 marzo, i 137 anni dalla nascita di questo personaggio straordinario da me sempre molto amato, uno dei pochissimi ricordi del tedesco studiato tanti anni fa è proprio che il suo nome significa:

EIN STEIN= UNA PIETRA

                                                                                                                                         NOMEN OMEN….

giovedì 18 febbraio 2016


E'sempre una questione di infinite vibrazioni...

La Teoria dell'Olfatto 
       e          Luca Turin 
La presentazione in BeParfum della collezione NuBe, affascinante progetto visionario che interpreta olfattivamente la Tavola degli Elementi o anche detta Periodica, avviene in un periodo ricco di avvenimenti esaltanti per la scienza e per l’intera umanità. 
Questa coincidenza mi ha dato lo spunto per ricollegarmi al magnifico ed ancora molto segreto senso dell’Olfatto. L’eccezionale scoperta, o meglio, l’essere riusciti a dimostrare l’esistenza delle onde gravitazionali dopo ben 100 anni dalla pubblicazione della sua teoria, riapre il dibattito sulla teoria dell’olfatto portata avanti già dal 1996 da Luca Turin.
Prima di ricordare chi è e cosa fa Luca Turin, vorrei ricordare che uno dei più grandi credo di Einstein era: 


“L’immaginazione è più importante della conoscenza”:  ricordando che la sua brillante immaginazione, spesso plasmata nella dimensione onirica, lo portò a trovare risposte a quesiti per i quali la scienza non aveva risposte, facendo gridare allo scandalo gli scienziati dell’epoca, i quali non potevano ammettere di veder rovesciati i paradigmi di spazio e di tempo in voga fino a quel momento. Ma la storia si sa... E’ piena di scienziati non compresi o presi per pazzi deliranti.
Allora, vi confesso che per riuscire a capire questa storia delle onde gravitazionali ci ho impiegato un bel po’. Non sono sicurissima che potrei spiegarla chiaramente, ma ciò che ho compreso è che sono onde gravitazionali che modificano la durata del tempo e l’espansione dello spazio e che, per persone come me che non ne capiscono molto di fisica, si possono pensare come “vibrazioni” dello spazio-tempo. 
Sta di fatto che alla fine è sempre una questione di “vibrazioni”. L’udito funziona grazie alla vibrazione dell’aria. La vista grazie alle onde elettromagnetiche e così via. Quindi mi sembra perfettamente corretta, e non solo da adesso, la teoria di Luca Turin, che dice, semplificando molto, che abbiamo nel nostro naso una specie di spettroscopio, per cui la nostra capacità di percepire gli odori, dipenderebbe dalle vibrazioni emesse dalle molecole e non dalla loro forma.

Luca Turin è un biofisico, un genio della chimica del profumo, un naso raffinatissimo e come spesso accade a coloro che fanno della ricerca una ragione di vita, un genio a volte incompreso. Non che se ne sia mai fatto un problema come viene ampiamente dimostrato nel libro scritto da Chandler Burr “L’Imperatore del Profumo”.
Da un incontro casuale sul treno che li portava da Parigi a Londra nasce questa difficile ma estremamente interessante collaborazione. La stesura del libro è lunga.
Spesso i due non si trovano d’accordo. Turin non ha peli sulla lingua e vuole raccontare i retroscena del mondo del profumo e ciò che sta dietro agli interessi delle multinazionali. In tutto questo intrigo spiega anche la sua teoria.
Il pensiero corrente all’epoca del libro, attribuisce la percezione olfattiva alla forma delle molecole. Ebbene, con formule scientifiche, ma anche con pratici esempi sinestetici, afferma che è la vibrazione delle molecole a generare nel nostro cervello la percezione del profumo. In una intervista, o forse è tratto dal libro stesso, (non ricordo la fonte perché era un pensiero che avevo salvato solo per mia conoscenza) Luca Turin dice:  
«Ho scritto un algoritmo per il calcolo degli spettri, ovvero la frequenza e l'intensità delle vibrazioni – spiega lo scienziato – che "gira" su un cluster di computer, e grazie al quale siamo in grado di predire con rapidità e certezza il profumo di una molecola». Una molecola composta da dieci atomi può avere 24 vibrazioni diverse, a fronte di una tavolozza di profumi che è quasi illimitata come quella dei colori.”
 Fin dalla prima volta che lessi il libro compresi, intuitivamente, al di là delle difficili formule scientifiche, , che aveva ragione. Ai tempi stavo leggendo dei testi sulla comunicazione sinestetica presi in prestito da mia figlia che allora frequentava l’Università, quando lessi nel libro “L’Imperatore del Profumo”, di un suo interessante esperimento di sinestesia “olfattiva-musicale”.  Aveva affidato ad un certo Howard l’intento di creare un brano con la sua teoria dell’olfatto applicata alle frequenze udibili e disse, successivamente, di aver sentito in un determinato momento il vetiver! Per capire il processo logico che l’ha portato a questa considerazione bisognerebbe leggere il libro. Intuivo che c’era una connessione fra gli archetipi delle forme delle note olfattive con le note musicali . Così come Kandinskij proiettava nei colori dei suoi quadri le note musicali, Luca Turin sperimentava l’interpretazione delle note olfattive nella musica. 
 Ora, a fronte degli ultimi avvenimenti, sono ancor più convinta che tutto viaggi sulle scie delle vibrazioni, siano esse attraverso l’aria, l’acqua o l’invisibile scia del profumo e con una consapevolezza maggiore rispetto ad allora. Nel nostro cervello, in ognuno di noi, c’è il nostro personale Universo che rispecchia con fedeltà la nostra realtà esteriore attraverso i suoni, i colori, gli odori e le parole ad essi collegati.
Ora rischierò di apparire irriverente, ma ciò che sto pensando è che ci son voluti 100 anni di Einstein, di Planck, di fisica dei quanti e di quant’altro, per capire ciò che fin dall’antichità era chiaro ai nostri antenati più illuminati. La realtà esterna che noi formiamo si rispecchia nella nostra realtà interiore. Ciò che noi pensiamo, la nostra energia-pensiero, sotto forma di vibrazioni che si propagano come onde attraverso l’acqua e l’aria, creano il nostro Universo interiore che ci dice, attraverso l’etimologia stessa della parola, che dobbiamo tornare verso L’Uno, verso…L’Uni-verso e con esso ricongiungerci.
Fino a poco più di dieci anni fa, quando timidamente si cercava di far comprendere che la floriterapia del Dott. Bach non nasceva da un concetto astruso di un medico un po’ stravagante, bensì da un principio di fisica quantistica, si rischiava di apparire qualcosa a metà tra un santone new age o una un po’ allucinata, poi con il diffondersi del web le informazioni si sono diffuse molto più velocemente fino a queste ultime accelerazioni che ci danno la speranza di essere compresi da sempre più persone. 
Ed ancora una volta, in un percorso dove la strada è costellata di odori e profumi e dove la via non arriva mai a destinazione, ma è in un continuo divenire, mi trovo con piccoli pezzi di questo puzzle infinito per ricongiungermi  nell’intero che è già dentro di me, come in ognuno di noi.

E prima del web, prima dei libri che ormai escono a centinaia, uno dei pochi spunti di riflessione in questa direzione rimanevano gli scritti di Marcel Proust, il primo neuroscienziato senza sapere di esserlo.
“Quando di un antico passato non sussiste niente, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più fragili ma più intensi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l’odore e il sapore restano ancora a lungo, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sulla rovina di tutto il resto, a reggere, senza piegarsi, sulla loro gocciolina quasi impalpabile, l’immenso edificio del ricordo“
Marcel Proust

Gli Elementi delle Favole …opss!...volevo dire delle Tavole Periodiche, tradotti in una NuBe profumata.

Mi domando se ci sia a questo punto una reale differenza tra sogno ed immaginazione. Le migliori intuizioni e soluzioni nascono al risveglio da un sogno e sembra che da un sogno sia scaturita l’idea di Mendeleev, chimico russo, di cui si è celebrato l’8 Febbraio scorso, il 182° anniversario di nascita,  di realizzare una Tavola periodica degli elementi.
Così raccontò il suo sogno: “ Vidi una tavola su cui gli elementi cadevano disponendosi in ordine secondo una logica. Quando mi svegliai, misi per iscritto ciò che avevo visto.”
L’idea dietro al sogno di Mendeleev era semplice e geniale e cioè che le proprietà chimiche e fisiche degli elementi che ci circondano, dai metalli delle posate che usiamo per mangiare alle sostanze che compongono i nostri corpi, non sono casuali, ma sono invece il frutto di un ordine preciso. Mendeleev organizzò gli elementi conosciuti all’epoca sulla base del loro numero atomico (cioè il numero di protoni all’interno del nucleo) raggruppandoli per le proprietà simili che avevano. Quello che ottenne fu la Tavola Periodica. Nel 1975, Primo Levi, chimico scrittore e poeta, nel suo scritto
 “ Sistema Periodico” definì questa Tavola una Poesia.
Sicuramente, da una fervida immaginazione e, chissà forse anche da un sogno di una coppia di creativi, nasce la collezione di fragranze NuBe. Una tavola periodica tradotta in profumi visionari di rara bellezza interpretati da grandi maestri profumieri.  Che note olfattive, quali materie prime, quali colori hanno ispirato Antoine Lie, Francoise Caron, Sylvie Fischer, Nicolas Bonneville, quali legami intrinsechi di materia, di così in cielo così in terra, li hanno connessi all'elemento proposto? Una sfida interessante e stimolante al di là di un rassicurante obiettivo strategico,  ha dato come risultato 7 profumi visionari dove Hydrogen con numero atomico 1, è un insieme di scoppiettanti note frizzanti con i quali si respira l’euforia, mentre con il Carbon 6, il mio preferito, interpretato dalla raffinatissima maitre parfumeur Francoise Caron, si trattiene il fiato, solo per un attimo, quando, nell’apertura ti coglie la freschezza speziata dello Zenzero ghiacciato unitamente al Cardamono e Pepe Nero, quasi a ricordare l’algido diamante, la pietra più preziosa che ci sia, composta da un reticolo  cristallino di atomi di carbonio. Ed ancora, per ricordarne l’eleganza luminosa si rivela un morbido e prezioso iris, circondato ed avvolto da resine sensuali, combinate con la cremosità di un sandalo appena intagliato, per creare il fondamento sfarzoso del profumo. Come dice Francoise Caron:” Per un tuffo profondo nelle radici della vita.” Un profumo che ci conduce all’inizio di un percorso lontano, quasi primitivo, come l’Elemento che lo rappresenta, il Carbonio, elemento presente fin dalle origini della terra. Dalla grafite della matita che ci permette fin dall’infanzia di tracciare memorie di segni fino allo splendore lucente del diamante,  ritroviamo il Carbonio nelle sue infinite e complicate catene fino ai confini del Mondo.

Così scrisse Primo Levi:
…Potrei raccontare storie a non finire, di atomi di carbonio che si fanno colore o profumo nei fiori, …di altri ancora che discesero a far parte dei misteriosi messaggeri di forma del genere umano, e parteciparono al sottile processo di scissione duplicazione  e fusione da cui ognuno di noi è nato.

Ancora una volta dei profumi m'ispirano spunti di riflessione aprendomi un varco nell'immaginifica e magica conoscenza del mondo...

lunedì 1 febbraio 2016


“Per il vostro raffreddore vi avevo consigliato di bere un cognac, e poi un bagno caldo, l’avete fatto?”
“Ci ho provato dottore, ma il bagno caldo non sono riuscito a berlo tutto.”

Groucho (Dylan Dog)




La cosa peggiore che può capitare ad una profumologa?!….il RAFFREDDORE!

Ci risiamo…è il secondo potente raffreddore che prendo nel giro di pochi mesi! Eppure sono abituata ad avvicinarmi pericolosamente ai bacilli circolanti fra strette di mano e fiati contagiosi! Detta così sembra una cosa proprio brutta! Non è così terribile, ma far annusare profumi senza poterli sentire è quantomeno imbarazzante!
La cosa divertente è che, per forza di abitudine, nel porgere la mouillette spruzzata di profumo dopo un paio di minuti, me la metto sotto il naso! E poi inizio a raccontare…ma vi direte?!
Ma cosa racconta che non sente niente?! E’ vero!...non sento con il naso, ma sento con i colori e le immagini che ho riposto nella mia memoria, traducendoli in parole e suoni  associandoli ad un determinato profumo e le sue note.   

Non sono così strana. Secondo degli studi scientifici, è stato verificato che il nostro cervello, in caso di mancanza di odorato,  si riprogramma per aumentare il livello di ricezione di tutti gli altri sensi. Già, ma in questo caso ciò che si aguzza è l’ottavo senso, cioè quel senso tutto speciale e indefinito che tocca i nostri cuori. Ma cosa ne dite se a questo senso così invisibile eppur così tangibile gli dessimo un nome?...amodorato?!...mah! … forse potrebbe piacere ad un appassionato di pesca non credete?...aspetto suggerimenti. Nel frattempo vado a farmi dei suffumigi con oli essenziali di eucaliptolo e lavanda sperando di poter continuare presto ad annusare 

domenica 24 gennaio 2016

TUTTO E' CAMBIATO






Il profumo del cambiamento

Tutto è cambiato dall'ultima volta che ho scritto su questo blog. 
La perdita di una madre, seppur nella consapevolezza che ciò fa parte della vita, seppur nella certezza che là dove si trova avrà scoperto la magnifica Verità, e, nonostante queste certezze, un senso di vuoto smarrimento, di tanto in tanto, mi sorprende, mentre osservo intensamente una stella in cielo, come per costringerla a rivelarsi attraverso la sua luce.E penso che lei, nata in una calda giornata d'agosto, se n'è andata in una gelida notte di gennaio.




Questo fatto mi ha riportato indietro nel tempo recuperando nella memoria, come attraverso la pellicola riavvolta di un film, i frammenti più belli della sua vita, quando la sua carnagione già di natura di un bel color miele, diventava,abbronzandosi, meravigliosamente ambrata, intendendo per ambrata le sfumature dei colori con cui è rappresentata l'Ambra, appartenente, in verità, più al fossile che alla vera ambra utilizzata in profumeria.



Ma ai ricordi sfuocati delle immagini, e a quelli dei colori di vecchie fotografie, si aggiungono vividi i ricordi del suo profumo. Mi ritrovo a sperimentare e risentire tutti profumi ambrati che ho a disposizione nel tentativo di risentirlo, ma no, niente. 
Provo ad aggiungere della musica. Se fosse stata una canzone sarebbe stata "Una Rotonda Sul Mare" di Fred Bongusto.


Me la immagino, radiosa nel suo vestito di seta bianco anni '60, stretto in vita con la gonna ampia, mentre balla sulla spiaggia versiliana sotto i raggi della luna. 
Provo Marinis... Le note salate con il tocco gourmand di uva rosada si avvicina al profumo della sua pelle,  quello del giorno, quando usciva dall'acqua e sapeva di buono, di sole e di cielo azzurro...


 
Ma ancora non ha quel calore e quel gusto, che forse un tocco di fava tonka ed ambra insieme potrebbero dargli. L'ho detto già. Sono una profumologa. I profumi li racconto, li richiamo alla memoria attraverso i colori, la musica, le sensazioni e le parole, l'interpreto in tutti i modi possibili, ma non li creo, se non nella mia fervida immaginazione. Se fossi un Maestro Profumiere, uno di quelli veramente bravi, come Marc-Antoine Corticchiato di Parfum d'Empire,  Lorenzo Villoresi o ancora Geza Shoen e ben pochi altri ( in realtà penso che quelli veramente grandi attualmente siano rimasti in pochi) ci proverei a crearlo, ma non lo sono. Quindi sperimento, annuso, faccio qualche rischioso tentativo di sovrapposizione ma quel profumo racchiuso in qualche angolino nascosto nello scrigno della mia memoria non c'è. Era diverso il profumo che le sentivo di giorno da quello della sera. Di giorno, il profumo della pelle cosparsa di olio di noce per abbronzarsi al massimo (prassi direi sconsigliata, si mischiava alle ripetute sciacquate in mare, mentre osservava noi bambini sguazzare più pericolosamente tra le moderate onde del Tirreno. 
Tutt'al più ricordo qualche sentore di piccole pere e albicocche racchiuse in un allegro cestino da pic-nic, per uno spuntino dopo il bagno, sebbene il mio nasino si precipitasse velocemente, sfuggendo al controllo, verso l'omino tutto vestito di bianco che passava per la spiaggia gridando: "Bomboloni!! Bomboloni!!" 
Non era tanto per i bomboloni che sgambettavo verso l'omino, che tanto, mai e poi mai ce li avrebbe comprati, bensì nella speranza, a volte ben riposta, che potessi comprare quei meravigliosi dolcetti dai colori pastello, delizia del palato e degli occhi!


Mare e ancora mare. I miei più bei ricordi sono sempre legati al mare. Ma è quello che aveva sulla pelle alla sera, prima di uscire, è quello il profumo che vorrei risentire, quando, dopo una giornata in spiaggia, con un meraviglioso incarnato cotto dal sole, la sua pelle conservava un leggero gusto salato mischiato a qualcosa come...difficile da spiegare, ma che mi verrebbe da dire, di caramella Mou, mista a caramello vanigliato croccante. Così, cercando di catturare questo ricordo, mi vado ad annusare Tolu di Ormonde Jayne. I colori ci sono. Il gusto anche. Mi manca la nota leggermente salata. Faccio un esperimento. Marinis mi tenta, ma penso dentro di me che questi profumi siano già troppo perfetti per sovrapporli. Con il rischio di rovinare tutto! No, non ci siamo ancora. Mi manca la nota dei bagliori della luna che danzano tra le pieghe della seta del vestito, gli argentei riverberi delle piccole onde che si vanno a riposare sulla spiaggia, mi manca la nota dei baci di morbide labbra al sapore di champagne, appoggiate sulla fronte dei piccoli dormienti di ritorno dalla notte, mi manca la nota di cipria di un qualche profumo dimenticato, mi manca la nota del Bianco candore regale che illuminava l'ambrato decolleté. 
Il Bianco, il colore delle persone che non temono il cambiamento, perchè nella vita tutto muta e si trasforma. E' il profumo del cambiamento che vado cercando. 
Ed eccolo di nuovo, mi viene incontro il 33° dei Soffi vibranti di Bach...il Noce, Walnut in inglese. Le sue parti più preziose, immerse nell'acqua, sotto i raggi del sole e della luna, si trasformano in gocce di memoria che portano con sè il coraggio del cambiamento.
Oh sì memoria antica, lascia che siano le tue gocce che instillino in me la resistenza e la forza del guscio del suo frutto prezioso e la tenerezza del mallo in esso contenuto. E quando le vibrazioni della sua memoria, dei suoi colori e delle sue note, risuoneranno in me e mi diranno:
"Coraggio, non temere, segui la stella che hai nel Cielo così nel tuo Cuore"
In attesa del profumo del cambiamento, mi avvicino alla fonte della vita, purificandomi con un'oncia d'Incenso, due libbre di Cipresso, qualche grano di Mirra, qualche spicchio di succosa Mela ed una dolce Susina. 


Con Wazamba ritrovo gli antichi echi fumosi invocanti il divino con parole e sentimenti mai dimenticate.
Fate come gli alberi, cambiate le foglie, lasciandole cadere nella scia del vento,
cambiate direzione se necessario, siate pronti a cambiare idea,ma conservate le vostre radici lasciando che penetrino sempre più nelle viscere della terra.
Siate profondi, ma non pesanti. 
Alzate le braccia come i rami degli alberi verso il cielo, raccogliete attraverso le fessure la luce del sole, della luna e delle stelle.
Abbiate buoni frutti e non siate dispiaciuti se il viandante che vi passa accanto raccoglie un vostro frutto.
Vivete senza fretta ma senza sosta e senza mai stancarvi di apprendere. Sant'Agostino disse: "Il tempo è un'estensione dell'anima"
E l'anima vola più leggera nello spazio del tempo accompagnata da vibrazioni accordate in sintonia con i profumi del giorno.

Vi aspetto il 28 gennaio.